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In Liguria 78 DAE a 28 Comuni e a 22 stazioni del Soccorso Alpino

In Liguria 78 DAE sono stati consegnati a Comuni e stazioni del Soccorso Alpino, all’interno di un progetto regionale per il potenziamento del soccorso per le zone disagiate.

La cerimonia di consegna si è tenuta presso la sede della Regione Liguria.
I DAE (Defibrillatori Semiautomatici Esterni) sono stati consegnati a 28 Comuni e a 22 tra stazioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e rifugi alpini liguri.


La consegna dei DAE è avvenuta nell’ambito del progetto regionale per l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria in emergenza/urgenza nelle zone a accessibilità limitata, sviluppato dal Dipartimento Regionale Emergenza Sanitaria Territoriale 112 della Regione Liguria per il potenziamento del soccorso nelle zone disagiate.

Il DAE è indispensabile per intervenire in caso di arresto cardiaco (AC). I DAE sono infatti in grado di individuare le anomalie cardiache, agendo tempestivamente sul soggetto colpito. L’utilizzo dei moderni DAE è semplice ed a prova di errore, il soccorritore avrà la possibilità di erogare la scarica solo ai soggetti che ne hanno necessità, non è possibile commettere errori erogando scariche laddove non richiesto.


«Agire con tempestività è indispensabile per salvare vite umane. L’arresto cardiaco – dichiara la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale – costituisce oltre il 10% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia, molti di più rispetto a quelli dovuti, ad esempio, agli incidenti stradali. Per la propria conformazione territoriale, le zone interne della Liguria sono difficilmente accessibili: dotare di un DAE i Comuni dell’entroterra e i principali punti di snodo dei percorsi escursionistici, da cui si possa raggiungere un punto di primo intervento in 1ora al massimo, consentirà un più rapido ed efficace soccorso a chi è colpito da arresto cardiaco improvviso. Obiettivo del progetto regionale è anche la diffusione del suo utilizzo, con l’implementazione del “first responder” attraverso la formazione dei cittadini sulle pratiche da seguire in relazione alle tecniche di primo soccorso e all’utilizzo dei DAE».


In Liguria, l’incidenza di arresti cardiaci è in linea con i dati della letteratura scientifica, ovvero di circa 1 ogni 1.000 abitanti. Questo significa che, ogni anno, nella Regione Liguria 1.500 persone muoiono per arresto cardiaco. Per salvare queste vite è necessario chiamare immediatamente il Numero Unico Emergenze 112.


Gli operatori delle Centrali Operative di Emergenza Sanitaria 118 della Liguria sono in grado di supportare telefonicamente nelle manovre RCP (rianimazione cardiopolmonare) e nell’impiego del DAE chi soccorre la persona colpita da arresto cardiaco. Ad oggi circa il 50% degli arresti sono rianimati già da chi chiama i soccorsi.


«Il potenziamento dell’assistenza di emergenza sanitaria nelle zone di difficile accesso in Liguria, con la distribuzione di DAE e la relativa formazione BLSD al personale – commenta Francesco Bermano, Direttore del Servizio di Emergenza territoriale – arricchisce il progetto di defibrillazione precoce sul territorio, che è universalmente riconosciuto strumento affidabile, sicuro ed efficace in caso di arresto cardiaco. Nel 2017, la Liguria, tra le prime in Italia, ha adottato il Numero Unico Emergenza 112, che ha reso più efficiente l’attivazione di tutti i sistemi di soccorso. Questo di oggi rappresenta un successivo e importante passo del progetto di defibrillazione precoce sul territorio ligure, che impegna da molti anni tutti i Servizi di Emergenza Territoriale 118 e che ha visto inizialmente il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Volontariato Sanitario, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera».


Le possibilità di salvare una vita di una persona colpita da arresto cardiaco facendo affidamento ai mezzi di soccorso del 112 è remota, poiché raramente riescono a raggiungere il soggetto entro 10 minuti.
10 minuti è il limite massimo per salvare una vita nel caso di arresto cardiaco, e le possibilità di riuscita calano del 10% ogni minuto che passa. In genere, oltre al 5° minuto dall’arresto, si riscontrano danni sempre più gravi, legati all’ipossia celebrale.

Per intervenire entro i primi 5 minuti è quindi fondamentale che siano presenti in modo capillare sul territorio i DAE, sempre ben segnalati.

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Corsi di Primo Soccorso

HS Academy organizza corsi di Primo Soccorso conformi al Decreto Ministeriale n. 388/03, che regolamenta il Primo Soccorso aziendale.

I corsi di Primo Soccorso aziendale sono strutturati secondo la classificazione delle aziende indicata all’interno del Decreto Ministeriale n. 388/03.


Al fine di determinare l’inquadramento nel quale l’azienda rientra è necessario identificare il corrispondente indice di inabilità, reperibile sul sito INAIL.
Se una azienda ha un indice di inabilità superiore a 4 rientra nel Gruppo A.


Se una azienda ha un indice di inabilità inferiore a 4 rientra nel Gruppo B e C.

Di seguito riportiamo il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sottoscritto dal Ministro della Salute, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministro per la Funzione Pubblica e il Ministro delle attività produttive.

Adottano il seguente regolamento:
Art. 1. – Classificazione delle aziende

Le aziende ovvero le unità produttive sono classificate, tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e dei fattori di rischio, in tre gruppi.

Gruppo A:
I) Aziende o unità produttive con attività industriali, soggette all’obbligo di dichiarazione o notifica, di cui all’articolo 2, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, centrali termoelettriche, impianti e laboratori nucleari di cui agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, aziende estrattive ed altre attività minerarie definite dal decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624, lavori in sotterraneo di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320, aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni;
II) Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti o riconducibili ai gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilità permanente superiore a quattro, quali desumibili dalle statistiche nazionali INAIL relative al triennio precedente ed aggiornate al 31 dicembre di ciascun anno. Le predette statistiche nazionali INAIL sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale;
III) Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori a tempo indeterminato del comparto dell’agricoltura.
Gruppo B: aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A.
Gruppo C: aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A.

2. Il datore di lavoro, sentito il medico competente, ove previsto,
identifica la categoria di appartenenza della propria azienda od
unità produttiva e, solo nel caso appartenga al gruppo A, la
comunica all’Azienda Unità Sanitaria Locale competente sul
territorio in cui si svolge l’attività lavorativa, per la
predisposizione degli interventi di emergenza del caso. Se l’azienda
o unità produttiva svolge attività lavorative comprese in gruppi
diversi, il datore di lavoro deve riferirsi all’attività con indice
più elevato.

Fonti:

HS Academy, in qualità di Centro di Formazione Paritetito Terriroriale (CFPT) con n° EB00F372 è in grado di erogare e certificare molteplici percorsi formativi verso le aziende e a tutti quegli ambiti richiamati dal Testo Unico 81 del 2008.
Da segnalare che le aziende particolarmente attente alla sicurezza sui luoghi di lavoro e che adottano misure che vanno oltre i limiti imposti dal Testo Unico 81 l’INAIL prevede delle riduzioni sui tassi di premio (c.d. Oscillazioni del Tasso Per Prevenzione).


Tra i corsi per le aziende eroghiamo anche:

  • Corso Formazione Addetto Antincendio
  • Corso Formazione Istruttore Antincendio
  • Corso RLS Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
  • Corso BLSD

La maggior parte dei corsi avvengono in aula, sono comunque disponibili corsi di formazione online. Si effettuano anche corsi di aggiornamento periodici.

Vedi il calendario corsi oppure contattaci per maggiori informazioni in merito ai corsi di Primo Soccorso aziendale.

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Costo del Defibrillatore tra prezzo acquisto, sostituzione consumabili e anni di garanzia

Spesso ci chiedono quale è il costo di un defibrillatore samiautomatico, ma la risposta non è immediata, è necessario illustrare il quadro generale e fare alcune considerazioni.


Il prezzo di acquisto al pubblico di un defibrillatore varia da circa €800 a oltre €2.500.


In genere i defibrillatori a basso costo, sono prodotti principalmente all’estero in paesi meno sviluppati, ed hanno requisiti minimi per la vendita nel nostro paese. Le certificazioni di questi articoli sono ridotte e sono assenti le più restrittive, come ad esempio la certificazione FDA americana, non hanno assicurazioni in caso di mal funzionamento, hanno specifiche tecniche inferiori agli altri prodotti, il numero di anni di garanzia è minimo, spesso attorno ai 4.

I defibrillatori di alta qualitàhanno il numero di anni di garanzia più alto (il più alto del mercato è 8 anni), specifiche tecniche migliori, come ad esempio il coefficiente di protezione contro liquidi e polveri (IP), capacità di azione migliori, ad esempio il range di impedenza (ovvero la possibilità di dosa al meglio in funzione di soggetto con conformazioni molto differenti tra loro la scarica elettrica), possibilità di proseguire con le manovre RCP durante la fase di analisi, tempi ridotti di analisi e erogazione scarica, la possibilità di connettersi WiFi e GSM, con possibilità quindi che i soccorritori del 118 abbiano il quadro completo sulle manovre prima dell’arrivo sul posto, ed utilissimi per verificare stato del dispositivo, ubicazione e scadenza piastre ed elettrodi.

Nel mezzo si trovano altri dispositivi, con differenti prezzi, differente qualità e differenti rapporti qualità/prezzo.


Quando si acquista un defibrillatore è importante tenere in considerazione:

Per le altre situazioni dove non vi è al momento nessun obbligo, lo vedremo quando la giurisprudenza emanerà le prime sentenze. Il nostro consiglio è di impiegare sempre defibrillatori in garanzia.
Alcune delle case più serie, effettuano ritiri e rottamazione dei vecchi DAE.

  • Prezzo di acquisto
  • Costi di manutenzione: (ogni quanti anni è necessario cambiare batterie ed elettrodi e quanto costano, ed anche verificare se eventuali costi di aggiornamento software sono gratuiti oppure a pagamento)
  • Anni di garanzia: per le società sportive professionistiche e dilettantistiche il defibrillatore è obbligatorio, ed è necessario garantirne sempre il corretto funzionamento. Pertanto è chiaro che i defibrillatori impiegati dovranno essere coperti da garanzia (entro la quale appunto, il produttore garantisce il regolare funzionamento all’interno del suo ciclo di vita massimo).

La scelta peggiore che si possa fare è acquistare il prodotto con il prezzo più basso, senza comprenderne requisiti e differenze con altri prodotti, e senza sapere quali sono i costi di manutenzione. Stiamo parlando di uno strumento salvavita, per il quale ha senso fare delle valutazioni complete e nel medio lungo periodo.
Gli istruttori di HS Academy lavorano con numerosi dispositivi, anche perché è importante formarsi su apparati differenti, in modo da non avere sorprese in caso di emergenza, tuttavia a identificato in un modello particolare un ottimo rapporto qualità/prezzo, con costi complessivi molto ridotti.
Il defibrillatore è il HeartSine samaritan 350P, in vendita a €1.256 iva compresa.

Questo dae ha una garanzia di 8 anni.

Questo defibrillatori ha capacità operative e standard tra i più alti del mercato, ed è coperto da una assicurazione contro mal funzionamenti di circa 12 milioni di Euro.

Batteria/elettrodi sono assieme e hanno una durata di 4 anni, quindi vanno cambiati 1 sola volta nel ciclo di vita del DAE, con un costo di €152,50.
Gli aggiornamenti del dispositivo sono gratuiti.
Il costo totale è €1.408 con copertura di 8 anni.

Resta esclusa la batteria pediatrica, che ha un costo di € 204 iva inclusa, sempre con durata di 8 anni.
Perché questo dispositivo non ha uno switch adulto/pediatrico vi chiedere, visto che è un modello di punta.
La risposta è che gli arresti cardiaci nei neonati sono inferiori all’1%, ed alcuni studi hanno dimostrato che in caso di emergenza reale, gli operatori spesso sbagliano a selezionare la modalità adulta o pediatrica o connettere le piastre (mentre nel samaritan sono già collegate), portando così a errori nel trattamento del paziente adulto, che copre oltre il 99% dei casi.


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Aquila, defibrillatore LIFEPAK CR2 installato a Palazzo Fibbioni

I defibrillatori, donati dalla Regione Abruzzo, sono in fase di installazione da parte della Protezione Civile locale e del Comune dell’Aquila.


La sede del Comune dell’Aquila di via San Bernardino è stata scelta come la più centrale della città e nei prossimi giorni sarà avviato un corso di formazione gratuito per l’utilizzo del defibrillatore ad opera del 112.


“La circostanza che uno di questi importantissimi apparecchi sia stato installato proprio nella sede comunale – ha commentato il Sindaco Pierluigi Biondi – è la riprova di come l’amministrazione consideri la prevenzione e la sicurezza delle priorità assolute”.

Palazzo Fibbioni, citato anche come Palazzo Fibbioni Lopez, è un palazzo storico dell’Aquila e dal 2015 è la sede del municipio.
Palazzo Fibbioni era il palazzo principale dell’omonima famiglia il cui capostipite, Bertolomeo del Secco, si trasferì all’Aquila nel XVI secolo dalla provincia di Novara ricevendo qui il soprannome di Fibbione.


L’apparecchio installato è un defibrillatore semiautomatico Physio-Control LIFEPAK CR2, uno dei DAE più evoluti ed efficaci disponibili su mercato, posizionato all’interno di una teca “Rotaid”, apribile con una semplice e rapida ruotazione laterale come indicato dalle frecce posizionate sopra il coperchio.

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Differenza tra Infarto e Arresto Cardiaco


L’arresto cardiaco e l’infarto sono spesso confusi l’uno con l’altro, facciamo chiarezza.


L’infarto e l’arresto cardiaco sono entrambe eventi cardiovascolari seri (ovvero che possono portare al sopraggiungimento della morte), tuttavia sono due manifestazioni distinte e con una sintomatologia diversa, accomunate dalla necessità di un intervento tempestivo.

Si parla di infarto in presenza della chiusura di una coronaria (maggior parte dei casi), con conseguente insufficiente apporto di sangue al cuore. Questo causa la morte di un certo numero di cellule cardiache. La chiusura della coronaria è dovuta alla formazione di un trombo nell’arteria coronaria malata. Si tratta di una occlusione delle arterie che limita o impedisce il corretto afflusso di sangue e ossigeno.


In caso di infarto si riscontrano dolori toracici ed una sensazione generale di malessere, tuttavia il soggetto colpito da infarto è cosciente.

Ciò che accade al cuore durante un infarto è che un’area più o meno estesa dell’organo va in contro a morte (necrosi) per una forte carenza di sangue. Tale carenza, detta ischemia cardiaca, è generalmente dovuta alla presenza di un coagulo di sangue o di un embolo in un’arteria coronaria (vaso sanguigno a cui è affidato il compito di irrorare una parte del cuore).
L’estensione dell’area necrotica determina la gravità dell’infarto, poiché quest’area diventa incapace di contrarsi (si forma del tessuto cicatriziale) e riduce la capacità del cuore di pompare sangue in circolo. Un intervento medico tempestivo può ristabilire il normale flusso di sangue limitando l’estensione dell’area necrotica.
Oltre a perdere la capacità contrattile. le aree necrotiche conducono gli impulsi elettrici in maniera più lenta rispetto al tessuto cardiaco sano. Una forte necrosi cardiaca può quindi disorganizzare la normale sequenza di impulsi elettrici che genera il battito cardiaco. Si parla, in questi casi, di aritmia.
Aritmie particolarmente gravi, come la fibrillazione atriale, possono portare all’arresto cardiaco (il cuore smette di battere).
In sostanza, quindi, possiamo dire che la maggior parte degli infarti cardiaci non comporta un arresto cardiaco improvviso. Tuttavia, quest’ultimo riconosce nell’infarto (e nella malattie coronariche in genere) la sua causa più comune.


L’arresto cardiaco si verifica quando, d’un tratto, il cuore comincia a battere a forte velocità e a vibrare, compromettendo la capacità dell’organo di pompare il sangue al corpo e al cervello. In assenza di un intervento immediato, l’arresto cardiaco improvviso può portare al decesso nell’arco di pochi minuti. L’arresto cardiaco porta il cuore a fermarsi.

E’ in questa fase che è necessario intervenire tempestivamente con un defibrillatore, quando il cuore ha una attività elettrica irregolare, azzerando e ripristinando la corretta attività e battiti. E’ importante interventire entro i primi 5 minuti dall’evento per non riportare conseguenza nel soggetto colpito dovuto alla carenza di ossigeno a organi e tessuti, ed in generale entro 10 minuti per avere delle chance di salvataggio, in questo caso con conseguenze anche importanti (es paralisi parziale o totale, stato vegetativo, etc..).


Le cause all’origine dell’arresto cardiaco possono essere molteplici, compreso l’infarto, come accade quando il tessuto danneggiato è talmente esteso che il cuore smette di funzionare. L’arresto cardiaco può essere dovuto a patologie specifiche: precedente AC, cardiopatie, etc.. tuttavia l’arresto cardiaco viene chiamato anche Arresto Cardiaco Improvviso (ACI) o Morte Cardiaca Improvvisa (MCI), proprio perché può colpire qualsiasi soggetto, senza distinzione di età o genere.

L’arresto cardiaco improvviso è causato da un problema del sistema elettrico del cuore e si verifica quando questo comincia a battere a una velocità pericolosamente elevata al punto da vibrare, cessando di pompare il sangue al corpo e al cervello. Sono 3 le cause principali di arresto cardiaco:

  • l’asistolia con assenza di attività elettrica e di funzione meccanica di pompa;
  • l’asistolia con assenza di polso, ma con attività elettrica ancora conservata;
  • aritmie ventricolari maligne, come la tachicardia ventricolare con frequenza cardiaca di 150-250 battiti al minuto, frequenze molto alte che possono limitare gravemente il flusso di sangue in tutto il corpo perchè i ventricoli non si contraggono efficacemente. La tachicardia ventricolare degenera rapidamente in fibrillazione ventricolare con battiti di 400-600 al minuto, in questa condizione l’attività elettrica e meccanica del cuore è del tutto scoordinata e disorganizzata e il cuore non riesce più a pompare sangue in modo efficace: è il preludio della morte clinica.
  • Queste aritmie ventricolari sono causate da una irritabilità elettrica del muscolo cardiaco e sono spesso associate a malattie coronariche o a scompenso cardiaco. Se una persona muore inaspettatamente di arresto cardiaco ,questo evento è chiamato morte cardiaca improvvisa ed è spesso causata da queste aritmie.
    Alcuni soggetti possono avvertire un improvviso batticuore o senso di vertigine, a indicare un’aritmia cardiaca potenzialmente pericolosa. Altri pazienti affetti da arresto cardiaco improvviso possono perdere coscienza prima ancora di riuscire a chiedere soccorso.
    Nel caso di arresto cardiaco il paziente perde conoscenza. Possono anche aversi manifestazioni concomitanti come per esempio scosse ai quattro arti che simulano le crisi epilettiche, con occhi rovesciati e perdita di urine e feci.
    In presenza di arresto cardiaco è necessario far ripartire il cuore, per scongiurare che l’evento abbia esiti fatali. Per farlo, è necessaria la rianimazione cardiopolmonare (RCP), una precisa sequenza di compressioni al torace e respirazione bocca a bocca, associata o meno alla defibrillazione (scossa elettrica con defibrillatore) o altre tecniche eseguibili in ospedale. In caso di arresto cardiaco fuori dall’ospedale, dopo aver chiamato il 112, in attesa che arrivino i sanitari capaci di eseguire la rianimazione cardiopolmonare nel miglior modo possibile, possono essere iniziate alcune manovre rianimatorie da chi si trova sul posto, opportunamente guidati dal personale della centrale operativa. Questo tipo di intervento si è rivelato salvavita in un consistente numero di casi.



L’ictus (o colpo apoplettico), si differenzia dall’infarto e dall’arresto cardiaco in quanto ha maggiormente a che vedere con il cervello. Consiste in una scarsa perfusione sanguigna al cervello che provoca la morte delle sue cellule. Si distinguono due tipi di ictus: quello detto ischemico, dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da sanguinamento. I sintomi possono essere transitori oppure permanenti e consistono di solito nell’improvvisa impossibilità di muoversi o di percepire una parte del corpo, problemi nel linguaggio o la perdita di visione di una parte del campo visivo. Il principale fattore di rischio per l’ictus è l’ipertensione.


Fonti:

http://www.salute.gov.it/resources/static/ministero/usmaf/ACLS_giugno_2010/arrestoCC.pdf

https://www.humanitas.it/news/17792-qual-la-differenza-infarto-arresto-cardiaco

https://it.wikipedia.org/wiki/Arresto_cardiaco

https://www.my-personaltrainer.it/Foto/Infarto/attacco_cuore_stress_lunedi.html

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L’Associazione Centri Sportivi Italiani, dona un defibrillatore semiautomatico di ultima generazione alla Polizia di Stato di Venezia

L’ACSI, Associazione Centri Sportivi Italiani, ha donato un defibrillatore semiautomatico di ultima generazione samaritan PAD alla Polizia di Stato.
Il DAE è stato donato al questore Gagliardi.

artedì 19 Marzo 2019 il Presidente Provinciale dell’Associazione Centri Sportivi Italiani , Gianmichele Logiurato, ha donato alla Polizia di Stato, nella persona del Sig. Questore di Venezia, un defibrillatore semiautomatico di ultima generazione samaritan PAD generazione con l’auspicio che possa essere di ausilio alle forze di polizia locali che prestano servizio di controllo del territorio. Lo stesso verrà consegnato dal Sig. Questore al Dirigente della Squadra Volanti di Venezia.

L’Associazione Centri Sportivi Italiani è stata costituita nel 1960 a Roma, ed opera su tutto il territorio nazionale con attività nel settore della promozione sportiva, sociale, culturale e del tempo libero.
L’ACSI, dal 1976, è riconosciuto dal CONI come Ente di Promozione Sportiva e dal Ministero dell’Interno, dal 1986, quale Ente Nazionale con finalità assistenziali. Inoltre, dal novembre 1999, è membro effettivo dello CSIT (Confederation Sportive Internationale Du Travail – International Labour Sports Confederation) organismo internazionale di sport per tutti riconosciuto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).


Con questa donazione ACSI persegue le finalità sociali e culturali sulle quali si basa, fornendo un prezioso contributo di prevenzione alla comunità.
Con una diffusione e presenza capillare sul territorio, possiamo auspicare una importante riduzione delle morti per Arresto Cardiaco Improvviso, capovolgendo il tasso di salvataggio, possibile solo con interventi rapidi entro i primi 5 minuti dall’evento.

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Varese ragazzo di 18 anni salvato con il defibrillatore

Gavirate (Varese), un ragazzo di 18 anni salvato con il defibrillatore lunedì 4 marzo, nella prima mattina.


Il malore avviene all’interno di un bar verso le 8 del mattino.
Il giovane ragazzo si accascia a terra privo di sensi.


Tra i clienti del bar presenti, una persona ha praticato il massaggio cardiaco e subito è partita la chiamata al numero unico di emergenza del 112: la centrale operativa di soccorso ha indicato dove si trovasse il più vicino defibrillatore e nel contempo sono stati inviati sul posto i mezzi di soccorso avanzato: un’ambulanza e un elisoccorso.

Dopo averlo intubato, il ragazzo è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Legnano, dove si trova ricoverato.


“Sono soddisfatto del lavoro fatto da amministrazioni comunali e associazioni per dotare numerosi piccoli centri del Varesotto di defibrillatori, e dai cittadini che stanno accettando il diffondersi della cultura della prevenzione, imparando poche ma utilissime manovre salvavita – ha commentato Guido Garzena, responsabile di Areu della provincia di Varese”.


Nell’ultimo mese sono stati già 2 le persone salvate da parenti assistiti per telefono dalla centrale operativa, in un caso grazie anche alla presenza del defibrillatore sul territorio.


Ogni volta che un nuovo defibrillatore viene acquistato e messo a disposizione del pubblico, il dispositivo salvavita viene inserito in un database di AREU, che in tempo reale può segnalare ai soccorritori il defibrillatore più vicino.

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Uomo di 44 anni colto da arresto cardiaco dopo una partita di calcio, salvato dal defibrillatore


Lunedì 18 febbraio, un uomo di 44 anni è stato colto da arresto cardiaco al termine di una partita di calcio all’interno di una struttura sportiva di Lamezia Terme (Catanzaro).

Al rientro degli spogliatoi si è accasciato a terra privo di coscienza. La presenza del defibrillatore semiautomatico, obbligatorio negli impianti sportivi (Decreto Balduzzi) e la prontezza dei 2 soccorritori Giovanni De Fazio, vigile del fuoco in servizio al comando di Catanzaro e Angelo Torcasio, figlio del titolare della struttura sportiva, hanno consentito di salvare la vita del loro amico e compagno di calcio.

Il compagno di squadra e il figlio del titolare hanno messo in pratica le manovre di RCP e BLSD, fino a quando la vittima non ha ripreso le funzioni vitali. All’arrivo del mezzo di soccorso avanzato del 112, i soccorritori hanno verificato la presenza delle funzioni vitali e trasportato l’uomo al Pronto soccorso, dove le condizioni si sono stabilizzate.

Grazie al tempestivo intervento dei soccorritori ed impiego del defibrillatore, un altro uomo è stato salvato.

Pochi anni fa situazioni di questo tipo avrebbero avuto esiti differenti.