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Vittime delle proroghe dei DAE obbligatori nella PA: prof universitario muore a Monserrato – Cagliari

Venerdì 24 gennaio Gennaio 2020 un docente, il Prof. Alberto Nori, mentre si trovava all’interno della Cittadella Universitaria di Monserrato (Cagliari), è stato colto da arresto cardiaco improvviso (ACI).

Gli studenti presenti hanno immediatamente allertato i soccorsi del 118.

Una tutor presente in quel momento, ha chiesto di reperire un DAE, ma non ve ne erano.
E’ stato necessario correre al Policlinico Universitario per prendere il defibrillatore più vicino.


Anche negli altri Poli di UniCa mancano i defibrillatori, rendendo remota la possibilità l’applicazione del DAE entro i primi 10 minuti dall’evento di arresto cardiaco.

Reset UniCa conta quasi 2000 dipendenti tra docenti e personale amministrativo e bibliotecario dell’Università, ai quali vanno aggiunti poco più di 24.000 studenti.

E’ stata immediata la reazione di personale e studenti, che si è finalizzata con una petizione cartacea per chiedere al Rettore di acquistare un defibrillatore per ogni Polo universitario.

Sarà questa la prassi della PA fino al 31 Dicembre 2025, che salvo ulteriori proroghe, è il termine ultimo entro il quale la PA dovrà dotarsi obbligatoriamente di DAE?


Dovremo attendere atri decessi per mettere in moto meccanismi di acquisto di DAE prima dell’entrata in vigore dell’obbligo?


Ci auguriamo di no, tuttavia i segnali non sono rassicuranti.


Statisticamente in Italia ogni anno vengono registrati 1 decesso ogni mille abitanti ogni anno. Per l’ateneo di Cagliari, statisticamente parliamo di 25 potenziali casi ogni anno.


Esiste una soluzione: la prevenzione.


Preferibilmente applicata da subito, senza attendere i ritardi normativi.


Con l’impiego tempestivo del DAE potremmo salvare circa l’80% delle persone che ogni anno non sopravvivono all’arresto cardiaco.

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Neonato di 2 mesi in arresto cardiaco salvato con RCP da un agente

L’episodio si è verificato a Valencia, in Spagna, la sera domenica 16 febbraio.


Una madre ha iniziato a chiedere aiuto a gran voce perché il figlio, di soli 2 anni, aveva perso i sensi.


Non lontano si trovavano due agenti della polizia, che sono accorsi, constatando da subito la gravità della situazione.


Sono stati quindi allertati i soccorsi, ed uno dei due agenti, ha avviato le manovre di primo soccorso pediatriche apprese con i corsi PBLSD (Pediatric Basic Life Support and Defibrillation)


Dopo circa 20 minuti il neonato ha ripreso a respirare in maniera autonoma ed è stato trasportato in ospedale.

I medici hanno dichiarato che le sue condizioni sono buone, il piccolo rimarrà ancora qualche giorno in osservazione per sicurezza.


Il piccolo dovrà però rimanere in osservazione ancora per qualche giorno.


La Polizia spagnola attraverso i canali ufficiali online ha dichiarato: “salvare una vita è sempre gratificante, soprattutto quando si tratta di quella di un bambino. Il neonato di 2 mesi era in arresto cardiorespiratorio e uno degli agenti ha eseguito la manovra di rianimazione cardio polmonare. Dopo 20 minuti di rianimazione cardiopolmonare tutto è finito bene”.

Venti minuti di rianimazione cardio-polmonare non sono pochi. La percentuale di salvataggio da arresto cardiaco cala del 10% ogni minuto. Il fatto che il neonato abbia ripreso a respirare dopo circa 20 minuti, ed in seguito i medici abbiano disgnosticato il suo buono stato, significa che le manovre RCP sono state EFFIACI.

Solo con una adaeguata formazione e re-training periodici, è possibile mantenere standard elevati e poter esseere così efficaci, Questo, nell’mabito delle manovre di primo soccorso in caso di arresto cardiaco, fa la differenza.


Le competenze per il soccorso pediatrico da arresto cardiaco (per Laici) si acquisiscono con corsi di formazione PBLSD. HS Academy ha presente il modulo PBLSD (pediatrico) in tutti i corsi BLSD (adulto), erogati su tutto il territorio nazionale.
Vedi il calendario dei corsi BLSD/PBLSD e trova quello più vicino.

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Torino, studente del liceo in arresto cardiaco salvato a scuola grazie al defibrillatore

L’immediato intervento del personale della scuola e la scarica del defibrillatore sono risultati fondamentali per salvare la vita a uno studente del Liceo Giordano Bruno di via Marinuzzi a Torino.


Lo studente ha perso improvvisamente i sensi, immediati i soccorsi con l’inizio delle manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) e massaggio cardiaco.

Rapido anche il reperimento del defibrillatore, posizionato presso la palestra della scuola, e l’avvio delle manovre BLSD. Dall’applicazione degli elettrodi, accensione, analisi e erogazione della scarica.

Il cuore riprende a battere.

Contemporaneamente alla manovre di primo soccorso, è stato allertato il 112, che ha inviato subito una squadra sul posto, che trasportano in Pronto Soccorso lo studente.

Dal defibrillatore è stato estratto il tracciato cardiaco e consegnato ai medici del Pronto Soccorso e della Rianimazione del Giovanni Bosco.


Il 3 febbraio 2014, 6 anni fa, in una circostanza analoga, moriva Lorenzo Greco a 12 anni, colpito da arresto cardiaco improvviso (ACI) mentre si trovava all’interno dell’Istituto Agnelli.
In quella circostanza non era presente il defibrillatore.


La vita dello studente di Torino è stata salvata grazie alla formazione del personale scolastico e all’azione si sensibilizzazione e divulgazione della cardioprotezione dall’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco Onlus, che ha donato quel defibrillatore alla scuola nel 2016.


Oggi sono 510 i defibrillatori installati nelle scuole del territorio torinese, con oltre 6.000 persone formate e 28.000 cittadini e studenti ai quali gratuitamente viene insegnato come salvare una vita.


Per le Pubbliche Amministrazioni l’obbligo di installazione dei defibrillatori, inizialmente fissato entro il 31 dicembre 2022, sarà obbligatorio entro il 31 dicembre 2025 (è stato prorogato di tre anni!!!!).

In Italia nel 2019, gli studenti delle scuole (nido, materna, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado) sono circa 8 milioni, mentre gli studenti universitari poco meno di 2 milioni.


In totale quindi in Italia abbiamo 10 milioni di studenti su 60 milioni di cittadini.


L’arresto cardiaco in Italia colpisce 1 persona ogni 1.000 abitanti.


Sempre statisticamente, il rischio di arresto cardiaco improvviso per gli studenti italiani è di cerca 10.000 casi ogni anno.


Quando si verifica un arresto cardiaco gli step prima di arrivare a un intervento risolutore sono:

  1. Riscontrare la perdita di coscienza e allertare i soccorsi
  2. Con il supporto remoto del 118 e/o in funzione delle proprie competenze, avviare le manovre di rianimazione cardipolmonare e massaggio cardiaco
  3. Reperire il defibrillatore più vicino, se disponibile, spogliare il torace del paziente, applicare le piastre, accendere il dae, attendere l’analisi cardiaca, erogare lo shock
  4. In seguito a queste operazioni arriveranno i soccorritori del 118
    Quanto tempo passa tra il verificarsi dell’arresto cardiaco e la chiamata al 118?
    Dai 2 ai 5 minuti in genere.
    Quanto tempo passa prima dell’arrivo dei mezzi del 118?
    Molto raramente entro 10 minuti.

Per salvare una vita da arresto cardiaco senza conseguenze si hanno solo 10 minuti, quelli più preziosi sono i primi 5, perché solo entro questo termine si possono evitare conseguenze date dalla ipossia celebrale.
Da oggi 6 febbraio 2020, al 31 dicembre 2025, mancano poco meno di 6 anni.
Gli studenti a rischio sono circa 60.000.


Quali studenti avranno chance elevate di poter salvare la vita nel caso di arresto cardiaco a scuola?
Solo gli studenti che si trovano presso istituiti i cui responsabili hanno compreso il valore salvavita del defibrillatore e lo hanno installato, nel modo corretto, presso l’istituto.


Per modo corretto intendiamo: il n° di dae in funzione delle dimensioni del luogo, quindi distanza e tempo di raggiungimento dei dae, loro corretta segnalazione, stato di sostituzione dei consumabili (batteria e elettrodi), corretta conservazione (liquidi, polveri, caldo, freddo), stato della garanzia del dispositivo.


Per gli studenti che si trovano presso istituti non dotati di defibrillatore, il consiglio sensibilizzare i dirigenti scolastici, i rappresentanti degli studenti, i genitori, ma anche media locali e professionisti (medici, cardiologi), con la finalità di individuare il modo di acquistare e posizionare i defibrillatori.

Oltre alla presenza del defibrillatore, la capacità di comprendere la situazione rapidamente e attivarsi in modo naturale, riduce drasticamente i tempi e si riflette in manovre di soccorso più efficaci. Fare un corso BLSD è un’esperienza che farà per sempre parte del proprio bagaglio culturale e potrebbe rivelarsi davvero importante in caso di bisogno.

als, Formazione

PALS America Heart

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