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Colosseo – Il Custode salva un Turista grazie al Defibrillatore

L’ennesima tragedia scongiurata grazie al precoce utilizzo del defibrillatore.

Roma, 25 marzo 2018, presso l’anfiteatro Flavio “Colosseo” un turista americano è stato colto da malore. Le grida della moglie alla ricerca di assistenza hanno allertato i custodi i quali si sono attivati immediatamente.

In particolare, Giovanni Castaldo, in servizio presso il centro di accoglienza, assistenza e vigilanza del monumento, ha collegato il defibrillatore ed eseguito le manovre di rianimazione. Il terzo shock è stato risolutivo. Il turista ha ripreso conoscenza, ha anche tentato di rialzarsi, ma gli è stato raccomandato di restare in una posizione comoda nell’attesa dei soccorsi per il successivo trasporto e controllo in ospedale.

L’intervento di Giovanni è stato di cruciale importanza.

Le manovre di RCP, la disponibilità del defibrillatore ed il tempestivo intervento sono stati determinanti. Sarebbe stata sufficiente l’assenza anche di uno solo dei tre elementi affinché l’esito dell’evento assumesse caratteri drammatici.

Fonte: Il Messaggero.it

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Storia del Defibrillatore

CENNI STORICI

Il Medico e Veterinario danese Peter Christian Abildgaard può essere ritenuto il padre della defibrillazione. Verso la fine del 1700 riuscì a fermare il cuore di una gallina e a farlo ripartire con una scarica elettrica. La scoperta di Abildgaard diete impulso ad un nuovo processo rivoluzionario che contemplava l’utilizzo dell’energia elettrica quale terapia per la fibrillazione ventricolare.

Nel 1900 vari scienziati replicarono l’esperimento di Abildgaard. Il lavoro di Prevost e Battelli fu lungamente ignorato e solo dopo molti anni si arrivò ad un utilizzo clinico della metodica. Nel 1936 il prof. Carl J. Wiggers dimostrò all’American Physiological Society l’efficacia dell’uso combinato della defibrillazione con le compressioni cardiache. Nel periodo compreso tra gli anni 40 e 50 venne realizzato il primo defibrillatore con piastre ad applicazione interna. A seguire venne realizzato dalla Zoll un prototipo con piastre da applicare esternamente sul torace. Il primo impiego del defibrillatore in ambito extraospedaliero risale al 1966. A Belfast venne realizzata la prima unità di defibrillazione destinata per l’impiego sui mezzi di soccorso. Ovviamente nulla che possa essere paragonato per ingombri, manegevolezza e peso ai moderni dispositivi.

COSA E’ UN DEFIBRILLATORE

Oggi il termine DAE o defibrillatore è entrato nel linguaggio corrente. Non è raro sentirne parlare anche al di fuori dei contesti tipici dell’emergenza e urgenza. DAE è l’acronimo di Defibrillatore Automatico Esterno. Nonostante la diffusione dei defibrillatori semiautomatici in luogo di quelli automatici è stata comunque mantenuta la medesima sigla. Il defibrillatore nasce con il preciso obiettivo di ripristinare un ritmo normale per quei pazienti in cui vengano riscontrate gravi alterazioni cardiache (artimie). Può essere dotato di una batteria usa e getta o alimentato a corrente. Possiamo inoltre distinguere defibrillatori: manuali, semiautomatici e IACD (defibrillatore cardiaco impiantabile). L’uso del defibrillatore associato alle manovre di rianimazione cardiopolmonare può incrementare le probabilità di sopravvivenza delle persone vittime di un arresto cardiaco. Sono disponibili diverse tipologie.

DEFIBRILLATORE MANUALE ESTERNO

Il defibrillatore manuale esterno, o più semplicemente defibrillatore manuale, è un defibrillatore che funziona esclusivamente sotto la guida di un operatore medico, a cui è affidato il compito di decidere se la scarica è necessaria o meno e la quantità di energia da erogare. L’utilizzo corretto del defibrillatore manuale richiede competenze specifiche.

DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO ESTERNO

Il defibrillatore semiautomatico esterno o DAE è un defibrillatore costruito con una tecnologia tale che gli permette di analizzare il ritmo cardiaco di un individuo e stabilire in autonomia se è necessario uno shock e la quantità di energia. L’analisi del ritmo cardiaco richiede pochi secondi e avviene per mezzo delle stesse piastre metalliche che servono alla trasmissione della scarica elettrica. Il rilascio della scarica elettrica avviene grazia alla pressione di un apposito pulsante da parte dell’operatore. I defibrillatori semiautomatici odierni sono pratici, semplici da usare e richiedono una preparazione minima per poterli utilizzare correttamente. Una volta azionati, infatti, l’operatore viene guidato vocalmente e con segnali luminosi attraverso le varie fasi.

DEFIBRILLATORE AUTOMATICO ESTERNO

Il defibrillatore automatico esterno, conosciuto anche come defibrillatore automatico, è un defibrillatore capace di analizzare il ritmo cardiaco, di stabilire in autonomia la scarica elettrica da trasmettere al paziente e di emetterla senza alcuna digitazione di pulsanti da parte dell’utente soccorritore. In altre parole, chi usa un defibrillatore automatico deve soltanto azionare lo strumento, posizionare le piastre metalliche sull’individuo che necessita della defibrillazione e lasciare che il dispositivo faccia le sue operazioni. In Italia non è prevista la vendita di tale tipologia di defibrillatore.

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Defibrillatori e una Legge da Cambiare

Il Defibrillatore e la Legge

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Oramai è risaputo che l’impiego del defibrillatore in tempi breve può in concreto cambiare le sorti delle vittime di arresto cardiaco. Quotidianamente la cronaca offre spaccati di realtà in cui persone vengono salvate grazie all’impiego del DAE o muoiono per la sua indisponibilità o mancato utilizzo.

Inoltre, come dimostra uno studio condotto dal team di Baldi che ha esaminato gli arresti cardiaci avvenuti nella provincia di Pavia tra il 2014 ed il 2017, a fronte di un numero crescente di dispositivi sul territorio il numero degli astanti che utilizzato il defibrillatore si attesta intorno al 6,4%. Un tasso di impiego basso se raffrontato alla media degli altri paesi dove le percentuali si aggirano intorno al 15-20%.

Tale divario in parte è da ricondurre alla legge che in Italia subordina l’utilizzo del DAE ad una preventiva abilitazione. Ovviamente in contrapposizione a quanto avviene nel resto del mondo dove non è richiesto. Un requisito, secondo l’European Society o f Cardiology, controproducente .

Le stesse linee guida promulgate dall’European Resuscitation Council ribadiscono che l’uso dei Dae da parte di persone non formate è sicuro ed efficace e deve essere incoraggiato.

L’appello dei Cardiologi Italiani

E’ parere condiviso da molti esperti che la legge dovrebbe essere rivista e contemplare la possibilità di impiego da parte di chiunque.

Da uno studio condotto dal Policlinico San Matteo di Pavia, presentato durante il congresso Acute Cardiovascular Care 2018 dell’European Society of Cardiology, oggi questi dispositivi sono ancora troppo poco utilizzati, e permetterne l’utilizzo anche in mancanza di un training specifico aumenterebbe esponenzialmente il numero di pazienti che si potrebbero salvare.

 

Fonte: Repubblica.it | Medicina e Ricerca

 

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